IL SISTEMA RIFIUTI E LA QUESTIONE DEI “R.A.E.E.”: DAL CONSUMISMO ALLA SOCIETÀ DEL RICICLO


di Enrico Valentini (LEGAMBIENTE AREZZO Circolo “Laura Conti” / sez. “Soci COOP” Bibbiena)

 

1) Cosa sono i rifiuti?
I rifiuti sono il metabolismo della materia nella nostra società. Derivano dai modi di produzione, distribuzione e consumo delle merci; dalla trasformazione della materia secondo lo schema: materia prima, prodotto grezzo, semilavorato, merce ed infine rifiuto.
Il rifiuto è un qualcosa che ha perso sia la sua funzione originaria, sia l’interesse che suscitava nel proprio detentore, che vuole quindi disfarsene. Seguendo la definizione giuridico-dottrinale, la direttiva europea dice che «è rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi». Costituisce rifiuto tutto ciò che è destinato all’abbandono, comprendendo nella definizione di “abbandono” anche la sola intenzione di disfarsene oppure un vero e proprio obbligo di legge a disfarsene. Questo accade ad esempio per i tutti i rifiuti pericolosi, come un manufatto contenente amianto o un trasformatore contenente poli-cloro-bi-fenili (PCB).

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2) Cosa sono i PCB?
I PCB un tempo venivano usati come olio dielettrico, in apparecchiature elettriche d’uso comune, nei trasformatori, nei condensatori ed in molti strumenti elettrici come ad esempio i circuiti stampati. Oggi il loro uso è vietato ma un tempo i PCB, avendo eccellenti performances merceologiche, erano diffusissimi (si pensi che venivano usati pure nella fabbricazione delle carte oleate). I PCB furono inventati dai chimici quando gli ingegneri chiesero dei fluidi non infiammabili per i trasformatori. Sono prodotti pericolosi (sono costituiti dall’unione di due o tre anelli benzenici dove gli idrogeni sono sostituiti dal cloro), sono bioaccumulabili e tossici (cancerogeni, mutageni, teratogeni), pericolosi per l’uomo e l’ambiente. La legge, a partire dalle prime direttive CEE degli anni ’70, obbliga il detentore a “disfarsene” e a smaltirli correttamente. Già da qui appare evidente l’importanza della questione RAEE, ovvero il riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, di cui approfondiremo meglio più avanti nell’articolo. Il loro corretto smaltimento riduce da una parte l’emissione di PCB nell’ambiente e dall’altra permette un recupero di importanti materie e materiali di cui sono composte tali apparecchiature.

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3) Ma perché si formano i rifiuti?
I rifiuti ci sono sempre stati, solo che erano molto pochi e il loro impatto quantitativo-qualitativo sull’ambiente era ben diverso da quello attuale; è andato cronologicamente a peggiorare nel corso degli anni anche perché è nettamente cambiata la loro tipologia e composizione nel corso della storia dell’uomo. Si pensi ad esempio che il Testaccio era una discarica di cocci di anfore del periodo Romano ma tutt’oggi non crea problemi all’ambiente anzi, è un sito archeologico di notevole importanza.
Potremmo dire lo stesso delle nostre discariche fra qualche centinaio o migliaia di anni?

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4) Perché oggi i rifiuti sono un problema?
L’industrializzazione dei modi di produzione, la grande siderurgia, l’industria petrolchimica e tutta l’industria della seconda metà del XX sec., hanno determinato i presupposti per la creazione di rifiuti che i cicli naturali non sono più in grado di metabolizzare.
La società dei consumi può essere definita anche come la società dei rifiuti. La crescita economica indefinita (o aumento costante del PIL) ovvero la crescita della trasformazione/produzione/consumo(ciclo della materia)  ha il proprio confine nel Sistema Terra. Uno dei fattori della crescita economica è l’esternalizzazione dei costi tramite la produzione di rifiuti. E’ dunque implicito che tale modello di sviluppo porti ad un inevitabile sovraccarico in termini di scarti assimilabili e riassimilabili dal sistema stesso, facendo nascere il “problema rifiuti”. Il Sistema Terra è infatti un sistema aperto, definibile a entropia negativa; prende energia radiante dal Sole che viene utilizzata a partire dalla fotosintesi in tutta la catena trofica della biosfera. L’Uomo, inteso come specie, ne fa parte.  Il residuo finale è il calore (entropia) che viene disperso nello spazio. La crescita del PIL, la crescita del consumo di materia e della conseguente produzione di merci e di rifiuti, ha un limite fisico ben preciso: la capacità di carico dell’ambiente. E’ evidente che il sistema collassa ben prima del raggiungimento dei limiti fisici del pianeta (ne sono esempi l’inquinamento e la contaminazione delle matrici ambientali). Al contrario la biosfera ha inventato l’evoluzione ciclica che sfrutta il flusso continuo di energia dal sole.
Perchè Noi, specie così detta “intelligente”, non dovremmo adeguarci al ciclo della natura al quale apparteniamo e alle sue regole?

 

5) Ma come sono suddivisi i rifiuti?
Essi sono divisi innanzitutto per provenienza. Distinguiamo così i RIFIUTI SOLIDI URBANI ed ASSIMILATI-ASSIMILABILI (RSU-AU),  che in pratica sono quei rifiuti di provenienza domestica (da civili abitazioni, uffici ecc..) e/o dai sistemi commerciali, dai servizi e dai sistemi produttivi che, per qualità e quantità, possono essere assimilati agli urbani. La gestione dei RSU-AU è di competenza del Comune. Vi sono poi i RIFIUTI SPECIALI (Rs) ovvero i rifiuti di provenienza industriale,  produttiva, agricola e dai servizi, che non sono assimilabili agli urbani: questi sono circa 4 volte i RSU e sono a carico dei rispettivi produttori (in Toscana abbiamo ca. 2.3 Mt/anno di RSU e 7.8 Mt/anno di Rs, di cui 0.3 Mt/anno altamente pericolosi).
I rifiuti si suddividono anche per la composizione merceologica. Dal punto di vista merceologico i rifiuti sono suddivisi in RIFIUTI PERICOLOSI e RIFIUTI NON PERICOLOSI (come gli imballaggi di plastica, la carta, le lattine, l’alluminio, la frazione secca indifferenziata, la frazione umida, ecc.). I rifiuti pericolosi contengano determinate percentuali di sostanze tossiche (irritanti, nocive, tossiche, cancerogene, mutagene, teratogene,  infiammabili, ecotossiche, ecc..) e sono contraddistinti da merci etichettate e non solo.

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6) Come va gestita la “questione rifiuti”?
I rifiuti, anche se sono percepiti come un problema, possono e debbono essere considerati una risorsa. L’Unione Europea dice che la gerarchia della gestione dei rifiuti è: a) prevenzione; b) riutilizzo; c) riciclaggio (di materia); d) recupero di altro tipo, per esempio di energia; e) smaltimento (in discarica).
      a) Prevenzione e riduzione
Esse attengono alle politiche macroeconomiche del ciclo della materia. Occorre quindi fare un’analisi del ciclo della materia e del ciclo di vita delle merci (LCA), applicare una tassazione delle materie prime (detassare il lavoro, tassare l’inquinamento prodotto e tassare le materie prime vergini così come le merci “usa e getta”), porre un tetto pro-capite sull’utilizzo della materia e rispettare i cicli naturali attraverso il principio di “chi inquina paga”.
      b) Riutilizzo
Tutto ciò che attiene a quelle azioni quali i mercatini dell’eco-scambio e del baratto, la possibilità di cedere a titolo gratuito beni e merci ancora utilizzabili (come gli alimenti prima della scadenza banco-alimentare) e tante altre azioni come il manutenere e riparare cose che possono avere nuova vita e nuovo utilizzo. Anche il “riuso creativo” per giochi e soprammobili può essere molto interessante. A livello industriale c’è il riutilizzo di cascami e sottoprodotti, riusabili senza preventiva trasformazione.
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Attiene a tutte quelle operazioni che partono dalle Raccolte Differenziate obbligate per tipologie merceologiche omogenee; questa è la vera miniera  da coltivare per  ottenerne successivamente materie prime secondarie: salvaguardando le risorse naturali.
      d)Recupero di altro tipo
Ferma restando la priorità del riciclo di materia, le frazioni secche combustibili e non altrimenti recuperabili sono avviate a ricupero energetico: cogenerazione con alto rendimento elettrico e termico; produzione di combustibile non convenzionale CNC (CDR) che può essere utilizzato al posto di fonti fossili  (per esempio nei cementifici).
      e)Smaltimento
Le frazioni non più ricuperabili vanno smaltite in discarica controllata. L’obiettivo è di smaltire non più del 10%; purtroppo ancora vanno a discarica percentuali superiori al 40% (Toscana) e poco meno del 50% (Italia).

 

7) Cosa sono le raccolte differenziate?
Le raccolte differenziate sono quel sistema che permette di gestire il ciclo dei rifiuti in modo ottimale e che attua una divisione a monte delle frazioni merceologiche omogenee, al fine del successivo riciclo e ricupero.

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8) Cosa sono i RAEE e perché devono essere raccolti in modo differenziato?
Sono i rifiuti che si generano da apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita e vanno trattati differentemente dagli altri rifiuti perché in primis, assieme alle pile, contengono (o possono contenere) sostanze pericolose per l’ambiente: dal FREON ad altri CFC, mercurio delle lampade, metalli pesanti (Cromo, Cadmio Piombo ecc.), PCB -PCT, ecc. Secondo, perché sono ricchi di materia ricuperabile: dai metalli preziosi, alle terre rare, a metalli ferrosi e non ferrosi, a materie plastiche, vetro e tanto altro ancora.

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9) Dove si fa la Raccolta dei RAEE?
La raccolta dei RAEE si fa presso i centri di raccolta differenziata, quali quelli de «Le Tombe», «Pratovecchio», «Chitignano», che servono il Casentino. I commercianti invece devono effettuare ilritiro «uno contro uno». Vale a dire che al momento dell’acquisto di un’apparecchiatura, il sistema distributivo deve ritirarne una equivalente obsoleta o fuori uso.
Drammaticamente la società dei consumi ha il pessimo vizio di produrre merci a «obsolescenza programmata». Noi possiamo cercare di acquistare prodotti migliori (vedi LCA), oppure riparare prodotti fuori uso. La scelta è solo nostra. E’ giusto quindi applicare il principio di chi inquina paga.

 

10) Ma quanti  RAEE vengono raccolti in realtà?
Solamente 4 kg/abitante/anno. L’Italia è solo al 16°posto nella UE, lontana dagli obiettivi di raccolta differenziata previsti dalla direttiva UE sui RAEE che stabilisce ca. 12 kg/abitante/anno a partire dal 2019 (in Toscana siamo a ca. 5.8 Kg/ab/a).
In ogni casa degli italiani «giacciono» almeno 8 elettrodomestici fuori uso che per vari motivi non vengono conferiti. Il sistema dei «cassonetti stradali» invita ad un conferimento non differenziato e questo non va bene. L’abbandono in strada dei grandi elettrodomestici è ancora pratica diffusa.

 

11) Quale è la risposta?
La consapevolezza che i RAEE, gestiti in modo non corretto, sono un rischio ambientale, dovrebbe aumentare i noi tutti la responsabilità verso il loro corretto smaltimento e il minor ricambio quando questo è possibile. La diffusione più capillare dei centri di raccolta cittadini e una gestione dei rifiuti responsabilizzata con misure quali il «porta a porta» potrebbero essere due buone risposte a questo problema.

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Cos’altro dire?

 

Buone raccolte differenziate anche per questo Natale!